Anzio e dintorni: Marino, la città del vino e dell’enogastronomia
Siete mai stati a Marino? Questa splendida cittadina appartenente all'area dei Castelli Romani è nota per la sua posizione felice, per la bellezza del circondario, ma anche per le sue prelibatezze enogastronomiche. A partire dalla punta di diamante delle produzioni di zona: il vino. Del resto, quella su Marino è stata una delle prime filastrocche insegnate ai bambini della Capitale: "na gita a li Castelli", l'inno a una terra feconda e ricca di bellezza. Un tempo la cantavano allegramente anche gli "stornellatori" nelle tante osterie di Roma e dintorni e da questa canzoncina si apprendeva che a Marino una volta all'anno il nettare degli dei viene fatto zampillare direttamente dalle fontane della città. Allora, pronti per una gita a Marino?
La storia della cittadina
Marino è una città di oltre 44 mila abitanti, situata nella provincia di Roma e distante solo pochi chilometri dalla Capitale, nel cuore dei Colli Albani. Sorge tra i comuni di Castel Gandolfo, Rocca di Papa e Grottaferrata: per tutto il Medioevo fu un importante avamposto militare a guardia dell'Agro Romano, importantissimo snodo commerciale, grazie soprattutto alla sua posizione strategica, all'ingresso di Roma e sulla via principale che collegava la Capitale a Napoli. Tuttavia, Marino nel corso del tempo ha saputo sviluppare anche altre forme di economia, prima fra tutte la viticoltura, essendo la patria dell'omonimo vino bianco che da qualche anno ha ricevuto il marchio DOC. Inoltre, il suo nome è legato a doppio filo alla famosissima Sagra dell'Uva, la manifestazione più antica d'Italia nel suo genere. Marino è una città ricca di storia, nota soprattutto per lo stretto legame con la famiglia Colonna.
Ma come detto, a farla da padrone è sempre stata l'attività vitivinicola, le cui origini si perdono nelle pieghe della storia. Il suolo della zona in cui sorge è di origine vulcanica, essendo i Castelli Romani ricchi di crateri estinti. Questi suoli sono particolarmente vocati alla coltivazione della vite, che vede il suo momento più alto nella celebre Sagra dell'Uva, una tradizione attesa tutto l'anno dalle migliaia di persone che vi accorrono.
La Sagra dell'Uva
La manifestazione in questione è una delle più care al popolo romano ed è amatissima da tutti gli abitanti del Lazio. Durante le giornate in cui si svolge, dalle fontane cittadine viene fatto sgorgare il prelibato vino locale. Una festa storica, voluta e ideata dal poeta e drammaturgo Leone Ciprelli (conosciuto con lo pseudonimo di Ercole Pellini). La prima edizione fu organizzata in concerto con l'attore romano Ettore Petrolini, che per l'occasione compose, insieme al suo amico Ercole, lo stornello citato poc'anzi "na gita a li Castelli". Era il 4 ottobre del 1925 e da quella data la Sagra dell'Uva viene celebrata a Marino ogni prima domenica di ottobre. In genere i festeggiamenti si attengono ad un programma prestabilito, il cui nucleo centrale è costituito dal pomeriggio della domenica, che vede sia la ricorrenza profana con il "miracolo" del vino che sgorga dalle fontane, sia la processione religiosa e la supplica alla Madonna di Pompei.
Negli ultimi anni, i festeggiamenti cominciano già a partire dal giovedì precedente e si protraggono fino al lunedì, quando si tiene la cosiddetta "Sagretta", usanza voluta dagli abitanti del luogo come replica meno affollata della festa principale. La domenica mattina, all'interno della Basilica di San Barnaba, si tiene la messa solenne presieduta dal vescovo di Albano. Alla funzione religiosa prendono parte tutte le autorità, sia civili che militari, oltre ai sindaci dei comuni limitrofi e di quelli gemellati. La funzione termina con la processione dedicata alla Madonna del Rosario, che si snoda lungo le strade del centro storico. Al termine della processione si tiene la supplica alla Madonna di Pompei, al termine della quale alcuni bambini vestiti con i costumi tradizionali portano alla statua un omaggio composto da uva e vino, a nome dell'intera comunità marinese.
Il protagonista della sagra: il vino
Nel corso degli anni, Marino ha saputo guadagnarsi l'appellativo di Città del Vino, grazie soprattutto alla qualità eccezionale della sua vastissima produzione. Gli esperti sanno bene che non si tratta più di quel vino semplice e beverino, senza troppe pretese e perfetto per qualsiasi pasto, che poteva essere versato dalle fontane della città e raccolto dagli abitanti del luogo. Oggi le cose sono cambiate, tanto da far meritare ai vini marinesi certificazioni importanti e attestati dai maggiori intenditori del mondo. Sarà la perfetta esposizione dei vigneti, orientati quasi sempre verso il mare, sarà la fertilità del terreno vulcanico e argilloso, sarà lo straordinario impegno profuso dagli appassionati viticoltori locali, ma la produzione di Marino (ad oggi stimata in circa 80 mila ettolitri, ma in continua diminuzione proprio in virtù dei maggiori controlli effettuati dagli stessi produttori) attualmente genera prodotti dal sapore intenso, ricchi di corpo, perfetti per accompagnare pietanze gourmet e piatti della cucina tradizionale romana, compresi quelli che contengono ingredienti dal sapore forte e ferroso, come i carciofi e le punte di asparagi.
Compagni ideali dei piatti a base di pesce, gli eccezionali vini della zona si prestano bene per degustazioni ed incontri speciali e sono apprezzatissimi sia in Italia che all'estero. A Marino e dintorni non mancano osterie e ristoranti che sperimentano accostamenti spesso arditi ma sempre riusciti. Da non perdere le punte di asparagi con bufala e guanciale di Amatrice e i ravioli con ripieno di cacio, pepe e asparagi: due delizie della cucina romana perfette se accompagnate con un calice di Marino. La Denominazione di Origine Controllata valida per il territorio di Marino si estende a tutti i territori situati all'interno del comune, ma anche a quelli della vicina Castel Gandolfo e a parte del comune di Roma, soprattutto nell'area in cui sorge il Parco dell'Appia Antica.
I vini di Marino sono bianchi in cui domina il vitigno Malvasia di Candia, mentre la parte restante è costituita da alcuni tipi di Trebbiano (giallo, toscano, di Soave) e dalla malvasia laziale, anche detta puntinata. Alcuni viticoltori utilizzano anche altri vitigni, a patto che siano autorizzati o raccomandati in provincia di Roma e nella misura massima del 50%. Sono esclusi, invece, quelli troppo aromatizzati. Se avete prenotato un soggiorno presso il Parco della Gallinara Camping Village, organizzate una trasferta di gusto in quel di Marino!