Bacco e i Romani!
Il Dio Greco Dioniso, arrivò molto presto a Roma grazie alle relazioni che la città intratteneva con la Magna Grecia e soprattutto per merito del commercio con la penisola ellenica, ossia l'importazione di vasi decorati da motivi e stili dionisiaci, fabbricati in gran numero dal popolo ellenico che gli esportava in quantità abbondante.
Le Prime testimonianze di Dioniso a Roma.
Dioniso fu subito accolto a braccia aperte dai romani e associato al dio italiano Libero, entrando già in epoca molto arcaica nella religione pubblica romana. L'archeologia moderna ha evidenziato come il culto già praticato in tutta l’Italia, venga datato almeno due secoli prima del 186 a.C. attraverso il rinvenimento di vasi e statue di terracotta, dipinti e decorazioni di tombe, affreschi, sarcofagi e tanti altri ritrovamenti archeologici che provano chiaramente la popolarità che Dioniso ebbe nella zona meridionale dell'Italia meridionale, soprattutto in Etruria e in Campania nei secoli terzo e quarto.
Dioniso diventa Bacco.
Sbarcato in Italia e giunto fino a Roma, Dioniso diventa Bacco ed è subito amore con il popolo romano che pare lo attendesse davvero a braccia aperte. Sono numerosissime le fonti rinvenute, la cui importanza è stata cruciale per dimostrare ampiamente la presenza del dio Bacco nell'universo Romano sin dalle epoche molto antiche, in cui questa figura era poco considerata, ne sono un incantevole esempio il "corpus delle cistae di bronzo" preziosità incise con precisione e numerosi specchi ritrovati che risalgono dal quarto al terzo secolo.
Questi preziosissimi manufatti vengono chiamati di solito prenestini, il motivo è che i cimiteri della zona di Preneste sono stati esplorati più a fondo rispetto a quelli di altre città romane. Il risultato è che una delle ciste più raffinate fu con tutta sicurezza prodotta a Roma. Il materiale indica con precisione delle illustrazioni che riguardano la storia del mondo romanico in generale, esattamente come i dipinti d’Etruria, i vasi ritrovati in Campania e nel resto dell'Italia meridionale.
Miti, leggende e i primi ritrovamenti archeologici.
Incise su tutti i vasi e sui bronzi di maggior importanza, le immagini di Bacco sono onnipresenti. La cosa molto interessante è che nella maggior parte delle rappresentazioni vengono evidenziati quasi tutti i vari aspetti del culto dionisiaco, anche se a Roma veniva chiamato con il nome di Liber, ma ad ogni modo non differiva molto dal dio greco. In tutta Italia e soprattutto nella zona del Lazio questa iconografia dei tiasi era presente in gran numero in ogni luogo, un simbolo perfettamente familiare nei periodi che vanno dal quarto al terzo secolo.
Uno dei miti di Livio nel 186 racconta che il console avvisa il popolo Romano di prestare attenzione e di evitare gli strani rituali degli stranieri, ma non si possono considerare queste parole come testimonianze reali, pertanto anche se nel dubbio, dobbiamo attestare che i riti dedicati alla figura di Bacco e ispirati a Dioniso, sono davvero innumerevoli e onnipresenti nella cultura romana dell'epoca.
Le feste e il culto di Bacco.
Le feste e le celebrazioni di Libero chiamate liberalia, erano programmate nel calendario romano e si celebravano nel periodo di primavera intorno al 17 marzo e nel periodo autunnale intorno al 15 ottobre insieme alla vendemmia. Queste celebrazioni venivano caratterizzate dalle processioni del phallus, che era un simbolo apotropaico, capace secondo la credenza di esorcizzare la malasorte e veniva chiamato dai latini anche con il nome di fascinum. I riti che ne seguivano erano molteplici, si agghindavano gli alberi con maschere sospese, si sacrificavano i capri e si facevano scherzi e burle accompagnati da danze e canti.
Dalle gioie e dalle rappresentazioni durante la festa ne veniva fuori una sorta di commedia dell’arte, un esempio caratteristico sono Le Atellane.
Ancora oggi non siamo in grado di capire con precisione se le caratteristiche di questi riti e l'origine di queste feste siano derivate dalle usanze popolari romane o importate dal mondo greco, ma è evidente che fossero radicate nella cultura latina a pieno titolo.
Una nuova religione, una diversa spiritualità.
È stato presupposto dagli studiosi che l'assimilazione del dio Bacco avvenne attraverso i culti greci che si celebravano nelle zone dell'Italia Meridionale. Libero fu il dio che mantenne il suo originale carattere di protettore dei deboli, della plebe e difensore di tutte le libertà. Un verso molto noto del poeta Nevio lascia intendere che durante la festa dedicata a Libero, chiamata Ludi Liberales, veniva garantita a tutti la libertà di espressione del proprio pensiero.
La particolarità della storia di questo dio e dei suoi culti è che non poteva assolutamente essere definito straniero, in quanto Dioniso negli abiti di Libero aveva la piena cittadinanza a Roma, e il culto era regolato e severamente controllato dai sacerdoti. Questo non poteva assolutamente costituire un pericolo per la cultura ma soprattutto per lo stato romano. Nell'ombra della religione pubblica di Bacco, il culto professato di Libero, avrebbe potuto svilupparsi per molto tempo ancora senza destare alcun sospetto alle autorità, come il culto dei Baccanali che rappresentava qualcosa di completamente diverso.
I Baccanali a Roma erano espressione di libera spiritualità, un nuovo modo di professare il culto che si faceva strada però solo in alcuni strati sociali del popolo: la religione dell’uomo in contrapposizione con la religione dello Stato romano.
Bacco e i romani: un'amore lungo più di 2000 anni.
Il culto del dio Bacco traeva invece ispirazione da Euripide, che lo rappresentò in una delle più poetiche e famose delle sue tragedie: le Baccanti. Questa opera riunisce l’entusiasmo della vita e i sentimenti della natura alla spiritualità dell’infinito: un inno alla gioia e alla bellezza che sfidano la morte.
Questa nuova simbologia provava a rispondere meglio ai problemi più torbidi che assillavano l’umanità: "il destino individuale dell’uomo, i suoi problemi di vita e di morte, la sua situazione esistenziale in rapporto all’universo e agli dei".
La religione dionisiaca dedicata al culto di Bacco iniziava ad introdurre tematiche sconvolgenti mai affrontate prima come l'eterna lotta del bene contro il male, il tema della resurrezione dopo la morte, l’estasi capace di allontanare dalla terra mortale e avvicinare al cielo, ossia il mondo dove vivono gli dei. La cultura di Bacco riuscì ad esprimere nello stesso tempo i piaceri della vita e la purezza dell’anima, ciò rese i fedeli consapevoli di poter raggiungere la serenità attraverso questo culto.
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