I tesori del Museo Archeologico Lavinium

Il Museo Archeologico Lavinium è stato fondato nel 2005 e si trova nelle vicinanze di quello che è oggi il pittoresco borgo di Pratica di Mare, di epoca medievale. Visitarlo consente di fare un viaggio agli albori della storia di Roma, tra mito e leggenda, con tracce visibili della presenza di una città fiorente e sacra come Lavinio.

Una vacanza culturale
Scegliere una vacanza ad Anzio significa godere delle bellezze paesaggistiche, del mare, dei divertimenti e delle strutture che rendono il turismo una delle principali attività dell'economia locale. Ci sono, però, altri aspetti da considerare per chi vuole unire il divertimento e il relax all'idea di una vacanza culturale, andando alla scoperta della storia dei luoghi di villeggiatura.
Sarà un'occasione per conoscere più a fondo gli antenati degli abitanti odierni e calarsi in un percorso di grande suggestione, attraversando le sale del Museo Archeologico Lavinium, dedicato all'antica città di Lavinio, che sorgeva proprio nelle campagne antistanti l'attuale di Pratica di Mare.

La città di Lavinium
L'antica città di Lavinium è legata indissolubilmente alla storia di Roma, poco distante, e al suo mitologico fondatore Enea, che qui sbarcò con i profughi troiani e volle stabilire una sorta di "colonia" di Troia. Ben presto, come raccontano alcuni storici come Strabone, la città divenne molto fiorente nei commerci, grazie alla sua posizione vicino al mare, ma anche sotto l'aspetto religioso.
I ritrovamenti del sito poco distante dal museo provano che qui i romani e i latini si recavano in pellegrinaggio, presso quello che oggi è denominato Santuario dei XIII altari. Di recente è stato scoperto il XIV altare e poco distante si trova l'Heroon di Enea, cioè quella che oramai è considerata a tutti gli effetti la tomba dell'eroe virgiliano.
Pare che nei secoli successivi, intorno al VI sec. a.C., venne anche ristrutturato, per essere riconvertito in vero e proprio santuario, luogo di culto e punto di riferimento per rendere omaggio al grande eroe e fondatore della città di Lavinium. Da questo sito archeologico arrivano tutti i reperti che sono stati sistemati nelle sale del museo, che rappresentano un itinerario da godere con tutta calma, osservando anche le installazioni multimediali a corredo della narrazione.

Cosa vedere nel museo archeologico Lavinium
Le sale del Museo Archeologico di Lavinium sono state corredate di apparati multimediali, che permettono ai visitatori di calarsi completamente nella storia narrata, quasi come se le numerose statue potessero parlare. Si tratta del sapiente accostamento dell'esposizione tradizionale con quella più moderna, dove una parte importane la svolge la computer grafica e la ricostruzione in 3D di alcuni ambienti, oggetti, navi, scene di vita comune e quotidiana e molto altro.
I reperti che si trovano nel museo si possono collocare tra il X secolo e l'epoca della nascita di Roma ad opera della mitologica fondazione da parte dei gemelli Romolo e Remo, diretti discendenti dello stesso Enea, secondo lo storico Tito Livio.
Nei pressi dell'area archeologica è stato rinvenuto anche sito sacro dedicato alla Dea Minerva, a cui è dedicata la sala Minerva Tritonia, con una sua suggestiva statua. Accanto a questa ci sono altre statue tutte femminili di terracotta, venerate insieme alla stessa dea dall'élite di Lavinium.
Tra i reperti più importanti che potrete ammirare c'è la Coppa Dioscuri, che risale al VI secolo a.C. alla quale si affiancano alti vasi, ritrovati nei pressi della collina dove pare ci fosse l'impianto centrale della città. Erano urne votive con le quali avvenivano le offerte al santuario.
Come in ogni città antica poco fuori il centro abitato si trovava anche una necropoli, dalla quale arrivano i reperti più curiosi della vita quotidiana degli antichi abitanti di questi luoghi, in particolare utensili usati dalle donne, come telai, gioielli e ornamenti. Si trovano esposti nella sezione dedicata proprio alla donna, detta "Mundus Muliebris", cioè mondo delle mogli.
Oltre alle statue che si sono mantenute discretamente nei millenni, si possono osservare numerosi busti e teste di cui non è stato ritrovato il resto del busto o del corpo.

La sala dedicata all'Heroon di Enea
Heroon significa eroe ed è per questo che al tumulo ritrovato poco distante dalle XIII are è stato dato questo nome, in quanto i latini pensavano che qui fosse sepolto il grande Enea. A lui è dedicata un'intera sala con i reperti che sono stati ritrovati all'interno di quella che si pensa sia la sua tomba. Dalle ricerche degli archeologi è emerso che al di sopra dei resti di oggi c'era un tumulo, con un impianto molto simile alle tombe etrusche che si trovano a nord di Roma, tra Tarquinia e Cerveteri.
La riprova è il ritrovamento di alcune porte in tufo, che probabilmente chiudevano l'entrata a quello che nei secoli divenne un luogo di pellegrinaggio, dovuto anche alla credenza che Enea avesse portato con se da Troia delle figure paragonabili a quelli che oggi sarebbero considerati angeli, a custodia della città.
Oltre alle porte è stato ritrovato quello che potrebbe essere considerato il corredo del defunto: una spada, armi, utensili per la vita quotidiana, come gli spiedi per arrostire la carne, una grattugia di bronzo che serviva per il formaggio pecorino gustato con il vino, secondo la tradizione culinaria dei greci.

Le installazioni multimediali del museo
Il museo archeologico Lavinium è un luogo che affascina sia adulti che bambini, perché rende la storia accessibile a tutti, compresi gli ipovedenti, per i quali è stato allestito un percorso in braille con la possibilità di toccare le riproduzioni delle statue, assaporando fino in fondo quali meraviglie sono conservate in questo luogo.
Le cosiddette statue parlanti sono quelle dietro le quali scorrono le immagini che in qualche modo riescono ad animarle e che pare siano un omaggio che i giovani davano alla città dopo il rito di passaggio all'età adulta.
Si può anche ripercorrere il viaggio intrapreso da Enea e ricostruito al computer prima che sbarcasse sulle coste laziali. A questo si aggiunge anche la ricostruzione fedele di una nave in 3D, come poteva essere una di quelle su cui si imbarcò lo stesso eroe.
Alla fine del percorso c'è anche un video struggente dove Enea rivive in un discorso fatto col padre Anchise, che secondo la leggenda salvò durante la fuga da Troia caricandoselo sulle spalle, divenendo il simbolo mitico dell'amore filiale.

13/08/2018
Museo Archeologico di LaviniumHeroon di Enea

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