Il Lazio nel piatto: la storia del Timballo di Bonifacio VIII
Il timballo di Bonifacio VIII e la tradizione culinaria ciociara
La cucina ciociara è tradizionalmente legata a piatti poveri radicati alle esigenze dei contadini locali e alla disponibilità di risorse agricole e di allevamento. Tuttavia, grazie all'ingegno della popolazione italiana, alcuni ingredienti possono essere valorizzati al punto tale da dare vita a dei piatti completamente nuovi e dall'aspetto particolarmente pregiato e ricercato. Uno di questi esempi della cucina ciociara, particolarmente della città di Anagni, è sicuramente uno dei piatti più rappresentativi non solo nei dintorni di questa cittadina, ma anche di tutta la regione e oltre. Il successo di questo timballo è tale infatti da aver sorpassato i confini regionali, arrivando ad essere conosciuto su scala nazionale. Situata in provincia di Frosinone, Anagni ha dedicato al suo papa più noto, Bonifacio VIII, il proprio piatto più conosciuto ed apprezzato. Nel corso del prossimo paragrafo si vedranno gli elementi storici che caratterizzano la nascita e l'evoluzione di questa straordinaria preparazione.
Come è nato il Timballo di Bonifacio VIII
Di fronte al palazzo Municipale di Anagni si può trovare ancora oggi un'insegna antica, che indica l'accesso ad un vicino ristorante. Il locale è presente in zona da ben trecentocinquant'anni, assumendo il ruolo di testimone silenzioso delle evoluzioni della cittadina ciociara: se il ristorante così come può essere considerato dal punto di vista moderno ha una storia di oltre trecento anni, sono ben più lontane le origini di questo locale, che vantano infatti una tradizione ancora più lunga. La casa del Gallo, così nota per il primo titolare, che inizialmente era una semplice osteria, venne usata nel corso dei secoli successivi per riparare le donne del paese dai mercenari spagnoli che nel Cinquecento terrorrizzavano la zona durante la guerra del sale.
La casa del Gallo diventò infine una stazione di posta destinata a offrire alloggio e ristoro ai viaggiatori e ai loro i cavalli che si dirigevano verso Roma o Fiuggi o nelle tante altre città dello Stato Pontificio. Fu una famiglia ad acquisire sia la proprietà sia il diritto di esercizio dei locali stessi, che inizialmente consistevano in una sala da pranzo al piano inferiore con camere comuni situate al primo piano, destinate a fornire riparo durante la notte. Questa famiglia riuscì a conservare di generazione in generazione il proprio ruolo fondamentale per la vita cittadina. Essa infatti ha provveduto per secoli a saziare sia i concittadini sia i tanti stranieri che soggiornavano in città, proponendo i piatti tipici della tradizione. È verso la seconda metà dell'Ottocento che si registra uno dei momenti più importanti per questo esercizio commerciale. All'epoca a gestire la Casa del Gallo era un tale Vincenzo, che volle trovare un'idea innovativa per i giorni di festa, una pietanza di nuova concezione, che trae sicuramente origine dalla tradizione ciociara, ma al tempo stesso racconta in modo inequivocabile dell'ingegno di Vincenzo, che si dimostra una persona destinata a rompere gli schemi precostituiti. Il successo di questa preparazione darà origine non solo a tante leggende, ma anche a molti conflitti relativi alla sua paternità. Tutto questo ovviamente in virtù della bontà del piatto, che diventa così popolare proprio perché in grado di stregare con i suoi accostamenti di gusto.
Il timballo è composto di fettuccine impastate in casa e condite con l'aggiunta di un ragù ricco, all'interno del quale vengono aggiunti profumi e aromi speciali, noti nel dettaglio solo al suo inventore e alla famiglia. Per chiudere e sigillare il tutto vengono apposte dalle fette di prosciutto, prima di passare alla cottura in forno. Si tratta di un timballo speciale, che in virtù della sua bontà, il creatore dedica al papa più famoso di Anagni, Bonifacio VIII. Da Vincenzo tutto passa nelle mani delle figlie e delle loro eredi: l'estro di un cuoco si unisce alla metodicità delle donne di famiglia, che ne trascrivono dosi e modalità di preparazione. La descrizione non viene mai completata del tutto ed il segreto di questa ricetta è tramandato esclusivamente a voce. Ciò consente alla famiglia di conservare gelosamente la possibilità di cucinarlo rispettando la ricetta originale. È di un paio di anni fa la decisione di un erede di Vincenzo (che dell'antenato porta il nome) di registrare il marchio: nessun'altro avrà il diritto di apporre l'appellativo di Bonifacio ad un timballo, che rimarrà perciò segreto esclusivo del ristorante di Anagni.
Il Timballo di Bonifacio VIII visto da vicino
Per quanto riguarda la ricetta del timballo di Bonifacio, la preparazione non è tanto complessa quanto piuttosto solo lunga. Sono in molti coloro che desiderano scoprire come realizzare a casa questa ricetta tipica regionale della Ciociaria, anche se non sarà ovviamente come quella del ristorante di Anagni. Seguendo le indicazioni alla lettera, vi sarà possibile ritrovare un pizzico della magia del borgo ciociaro. Uno degli elementi fondamentali di questo piatto sono le fettuccine all'uovo, che devono essere fatte in casa e dallo spessore e ruvidità particolarmente presenti. La differenza infatti in questa pietanza la fa una buona pasta fresca, in grado di catturare il ragù con i suoi condimenti speciali. Un altro aspetto fondamentale è dato dalle animelle, che devono essere di ottima qualità: la bontà e la freschezza della carne costituiscono infatti elementi cruciali per la buona riuscita della pietanza ciociara.
Parco della Gallinara Camping Village: ideale per scoprire il Lazio nel piatto
Anche se la ricetta è relativamente semplice, nulla potrà eguagliare l'esperienza di assaggiare la versione originale: per questo motivo, piuttosto che cercare di replicarla, perché non mettere in programma una visita che includa una tappa alla Casa del Gallo? Ecco perché è consigliabile approfittare di un giro alla scoperta della Ciociaria per mettersi sulle tracce di una leggenda gastronomica che dura da secoli: il vero timballo di Bonifacio VIII è infatti solo ad Anagni. Il borgo ciociaro è comodamente raggiungibile dal Parco della Gallinara Camping Village. Situato ad Anzio, molto vicino ad Anagni, il Camping Village è una struttura ricettiva davvero perfetta per rispondere alle esigenze più diverse e soddisfare le necessità del viaggiatore moderno grazie alle sue tipologie di sistemazioni e alla varietà di servizi. Il Parco della Gallinara Camping Village costituisce uno dei punti di riferimento più importanti per chi vuole visitare il territorio circostante, andando alla scoperta delle perle gastronomiche locali.